venerdì 4 gennaio 2008

Unico, ripetibile amore



Come quando sporgi la testa fuori dal finestrino del treno.
Quel tipo di paura.
O la paura di non avercelo abbastanza grosso, che nei film porno le prendono da dietro e da un metro.
La paura di non essere adeguato, a livello di alito, per dire quelle frasi con quel tipo di sorriso.
Paura che non passi mai, o che passi troppo presto.

Giacomo si preparava a quel capodanno con addosso un repertorio di paure che Stephen King ci avrebbe fatto bella figura col suo editor e con la moglie Tabitha per molti anni a venire. Com'è come non è, la casa al mare dei suoi era rimasta vuota e lui era riuscito a portarci Sandra Costantini, che in classe era famosa per certe virtù che poco avevano a che fare con il gerundio e molto con una variante ben più frizzante dell'educazione fisica.
Sandra era in bagno a farsi bella.
Giacomo, invece, vagava per la casa con le mani dietro la schiena, come un pattinatore su ghiaccio in attesa del suo esercizio preliminare. Doveva sparare tutto: o dentro o fuori. Nessun ripescaggio.

Come quando ti sporgi da un balcone, di notte, guardando un cielo stellato.
Quel tipo di terrore.

Sandra, a vederla da vicino, non era bella come le ragazze di quei siti. Forse, a volerle abbastanza bene, potevi sovrapporla nella tua mente a una giovane casalinga amatoriale. Ma si era tolta il reggiseno e l'aveva lasciato fare. Giacomo scoprì che la cosa era abbastanza facile da maneggiare e che le dimensioni erano adeguate per un reciproco sollazzo.
La faccenda durò quanto doveva durare ma la cosa più interessante, alla fine, fu un'altra: che dopo un po' si poteva rifare.
Ostia era sempre una striscia di cemento tra i rifiuti e il mare, ma quei due ci davano dentro come se fosse l'ultima volta e non la prima. Ostia si fece Broadway, la notte si fece giorno.
Giacomo si fece Sandra, con addosso il consapevole dolore che era stato soltanto sesso, senza nemmeno una parvenza d'amore. E così che si diventa esperti di una materia complicata: cercando di mettere in colonna le donne della propria vita, partendo dalla prima per arrivare a quella che hai accanto in quel momento di fatui bilanci.

Come quando guardi un film e capisci subito il finale.
Quel tipo di paura.
Molto simile alla noia.

15 commenti:

Anonimo ha detto...

..bella anche la "citazione" di De Gregoriana memoria
- potevi sovrapporla nella tua mente a una giovane casalinga amatoriale -

o magari ce la vedo solo io...o magari sono cose che stanno nel nostro DNA ed escono così, senza nemmeno che ce ne rendiamo conto.

è sempre un piacere leggerti.

Anonimo ha detto...

Bello, come al solito. Buon Anno ;)

lula ha detto...

cristo che meraviglia di finale. cattivo da piangere. buon anno, Lollo, spero di vederti presto x

Lollo ha detto...

Cara Lulina, scatta un the danzante da me alle 18? Sento il boy friend dalla pelle evidenziata e poi organizziamo...

Luca ha detto...

molto molto bello!

werther ha detto...

A me sembrava più una citazione dell'immortale bardo ( e parlo di Califano, non di Shakespeare )

.... Tutto il resto è noia ....


Ma quanto la sa lunga il Dottor Lollins.....?

Spiridion ha detto...

Salve Sommo Prof!

Ho recuperato e letto da poco il Dono di Eric...

Ma quanto è bello??????

Il Gabbrio ha detto...

Ero lievemente agitato iniziando a leggere il racconto, nulla di grave, solo l'imminente partenza per l'Aquila, sai, quel tipo di timore.
Dopo averlo letto, mi sento più calmo e soddisfatto...chiari segni di dipendenza!

A presto, spero!!!

Anonimo ha detto...

Salve, vi invito tutti a partecipare al premio culturale agorà 2008!
http://www.acmaugusta.com/2008/01/premio-agor-2008-bando-e-regolamento.html

asbadasshit ha detto...

Diablollo, conosci mica una fattura contro Word che si impianta?

Lollo ha detto...

Niente di più facile, Paolina. Prendi carta e penna e ti metti davanti al monitor, pronta a scrivere una lettera d'amore A MANO! Il computer, dopo un travaso di bile, capisce che gli conviene rimettere in riga le nano-particelle che sovraintendono al piantamento di Word. La ricetta è infallibile e arriva giusto in tempo per scrivere la parola FINE in fondo al tuo romanzo. Ma continua a molcere, ti prego...

Greta Bartoli ha detto...

Questo è un messaggio automatico, che si autodistruggerà tra cinque secondi.
Questo è un blog di racconti...
Questo è un blog di racconti...
Questo è un blog di r...

BUM!

Felipegonzales ha detto...

Bello, incisivo.

MarcoS. ha detto...

ed eccole arrivate le vacche magre...a quando nuovi racconti?

Greta Bartoli ha detto...

Poco tempo, ma tanta voglia. Ho scritto un racconto, in verità, ma alla fine l'ho dato a Rrobe per la Writers death race. Forse non sarà tanto in tema, ma mi faceva piacere partecipare. Domani, se ce la faccio, butto giù una cosa per il blog, che mi frulla per la testa da un po'...