lunedì 25 maggio 2009

Arriva Tony Plumbeo



Il vigile urbano ferma il traffico con una mano, certo.
E intanto sogna di canottiere e pedalò, di sedie a sdraio che sembra difficile chiuderle ma è tutta questione d'abitudine, signora mia.
E certi pensieri laterali ti portano a fare la cazzata, a perdere la bussola e trovarti preciso preciso all'appuntamento col dolore. Con quel tipo di dolore che ha molto a che spartire con la paura.
Tony Plumbeo ha parcheggiato la Due cavalli gialla in doppia fila, è vero.
Ma c'è modo e modo, tempo e tempo, in una consecutio di merito e cattiveria che la vita te la insegna che sei ancora piccolo e puzzi di latte e cognac.
Non è una doppia fila bastarda, davanti ai cassonetti e a un metro e mezzo dal Bar Jolly, sospesa nella terra di mezzo tra la cività e il mito. Non gli puoi rompere il cazzo gratis, a una Due cavalli gialla accurata e retrodatata, pulita di fresco e con l'arbre magic alla vaniglia, che il pino silvestre l'avevano finito e gli altri gusti so' da froci.
Il vigile urbano scuote la testa e sorride, un cattivo scritto e diretto da Sergio Leone, con la faccia di Sergio Citti e il savoir vivre di Otello Celletti. Che mica tutti si possono chiamare Sergio, signorina Margherita. Tira fuori il blocchetto, il vigile Bernardo de Bernardis, che i genitori avevano previsto per lui balli da debuttante in salotti bene e hanno ottenuto soltanto un tutore dell'ordine dalle palle piene. La lingua inumidisce il pollice in modo sexy e maschio, l'occhio detta, la penna scrive.
Tony Plumbeo esce dal bar Jolly col gratta e vinci da 200.000 euro ancora da sverginare. Sta cercando in tasca l'apposita moneta da cinque centesimi, che a quello serve il dischetto rossiccio, a nient'altro. E pure i cinquanta centesimi vanno a sparire: costano un euro le gomme, le vecchie duemila lire. E settantotto euro di multa per sosta vietata fanno quanto basta per lanciare una bestemmia bella articolata. Si parla di cristo, della madonna, di dio uno e trino, ci sono angeli ordinati, in colonna come i 44 gatti, ma molto più randagi e confusi dopo un'imprecazione piena di refusi.
Bernardo de Bernardis vorrebbe non avere mai ascoltato.
Ma è tardi, il tempo avanza, le orecchie incredule traducono fonemi mai cantati negli epici poemi di un qualunque bardo. Il tempo avanza, il tempo è bastardo.

17 commenti:

Lollo ha detto...

L'inizio di un qualcosa. Che diventerà qualcos'altro...
Così, giusto per quei pochi che un po' gli mancano il blogghetto e il bloggatore...

Andrea Alfano ha detto...

Io ero tra quelli.
Bentornato!

Il Gabbrio ha detto...

Sì, al Gabbrio mancano blogghetto e bloggatore...oramai mi ci vuole la palestra per riaffiorare dai libri.

Comunque, è forse il racconto con la più alta punta di incazzatura manifesta.

Ciao Lollo!

Matteo ha detto...

Finalmente il maestro posta di nuovo....

Unknown ha detto...

cominciavo a preoccuparmi!

Anonimo ha detto...

la sospensione in ogni sua forma, dal tempo narrato all'attesa.

Grazie, Lorenzo!

Baol ha detto...

Meraviglioso, come al solito, meraviglioso

Robis ha detto...

Quanto sei bbbravoooo!!!
La vita e la parola si mescolano. Cavolo ma è così reale!

giorgio pontrelli ha detto...

era ora!:>

Marina ha detto...

e?
come continua?
perché continua, vero?

Anonimo ha detto...

Tutto continua, amica mia...
Lollo

Marina ha detto...

caro anonimo, se incontri il signor Elle salutamelo tanto e ringrazialo per me.

Nicola ha detto...

Bello, bello, bello. Ti ho linkato su nicolabrami.wordpress.com: la tua prosa lo merita sicuramente. e' stato un piacere scoprirti. Ciao.

Anonimo ha detto...

Non dovesse continuare, va bene lo stesso.
Sospeso tra lo spazio e il tempo.

Ma continua, vero?

Unknown ha detto...

dice ...

Anonimo ha detto...

L'ho sempre detto che il preside è fichissimo ....

Anonimo ha detto...

Cazzo ... oggi è venerdì .....