martedì 9 ottobre 2012

Il ragazzo nerd e la ragazza di burro

Il ragazzo nerd la vede camminare e la definisce collezionabile. La immagina, blisteratissima, dentro una scatola modello action-figure. Lui saprebbe prendersi cura di lei, la esporrebbe nella sua sala giochi tra la Morte Nera e Hulk che Spacca, pelle morbidissima e occhi che piangono lacrime vere. Lei cammina come se non ci fosse un domani, Dorando Petri senza maratona, pronta a crollare per uno sguardo dispari o a intessere e disfare flirt come Penelope con la sua tela, in memoria di un Ulisse che non c’è mai stato. Quando vede il ragazzo nerd che sorride, lei pensa che sia stato bocciato all’esame di igiene orale, ma che – nell’insieme – ne venga fuori un tipo niente male. Occhiali spessi come fette di salame tagliate dai maschi, spalle a casetta e quella maglietta di ordinanza: la scritta Space Invaders che fascia un principio di panza. Lui le offre una coca e una dissertazione sui demeriti di Peter Jackson nella trilogia de Il Signore degli Anelli. Lei, invece, mette in scena una scollatura generosa e un culetto di burro. O tutto il contrario, che è la stessa cosa: burrosi i seni e generoso il di dietro. Comunque vada, il ragazzo la guarda e immagina dove mettere le mani senza rovinare la confezione. Lei è laureata in Filosofia della Scienza, ma è una maestra nel dissimulare e nel dare agli altri un’impressione di studiata ignoranza. Ha il fisico da pin-up e la testa sulle spalle e questo è più di quanto un uomo medio possa sopportare. È come voler essere una piscina, quando potresti essere il mare. Quando rimangono soli, lui si spoglia con difficoltà da verginella, lei come chi lo fa da sempre per un pubblico abituale. Ma poi il resto è alternanza di turgori e scioglimenti, un rituale antico che nessuno sa fare meglio di qualcun altro. Il nerd si applica, lei muove la testa come un batterista jazz e questo basta a fare di loro una coppia perfetta. Il mondo li lascia fare, per ora. L’infelicità è latente. E non ha fretta…