mercoledì 14 novembre 2007

Spoiler



Silvana era seduta al tavolino del bar.
Minigonna, maxitacco, rossetto alla ciliegia, maglietta aderente, prominenze ardite e le risalite. Ho visto beccacce nella stagione della caccia vivere più tranquille di lei.

- Signorina, lei permette?
- Dipende.
- Volevo offrirle una cosa da bere.
- Grazie. Una magnum di Krug dell'ottantanove.
- ?
- E' una cosa da bere…
- Io andrei.

- Bella bionda, sei sola?
- Sì. E c'è un motivo.
- Aspettavi me.
- No. Ho l'erpes sul cuore. Se mi innamoro, per curarmi poi ti tocca sposarmi.
- Ho un mezzo impegno con una mezza zia.

- Come t'intitoli?
- Ugo.
- Ma non è un nome da donna!
- No, ma ben si adatta a quello che ho sotto la patta.
- Mi chiude il fornaio, vado.

Poi arrivò il Paguro, così nomato per la timida compostezza dei modi e per la sua paura di vivere lontano dalla conchiglia. Silvana sospese l'esercizio della respirazione per quell'istante che fa tutta la differenza del mondo. Il Paguro alzò il volume delle cuffiette e i Guns gli spiegarono che a Paradise city l'erba è verde e le ragazze carine.
In mezzo, a rovinare tutto, un paesaggio non tanto urbano, soprattutto per via dei rumori: lavori in corso e gare di rutti, tacchettio di puttane in ritardo sul lavoro, mamme che chiamano figli coi nomi sbagliati, rigore, no, al massimo è punizione a due in area. Silvana sorrise a caso, che non fa mai male, e indicò le cuffiette come fossero un segreto di cui ambiva a far parte. Il Paguro le disincagliò dalle orecchie e le passò alla visione dalle fattezze di ragazza, sicuro che si sarebbe svegliato di lì a poco a causa di una polluzione notturna. Lei inforcò l'Ipod, che in quel momento riprodusse casualmente una canzone di Guccini. Il dialogo fu fluido, come succede nei sogni fatti a occhi aperti:

- Anche a te piace Guccini? (Io lo odio, ma tant'è…)
- Lo adoro! (E' una canzone scaricata da mi' sorella…)
- Piacere, mi chiamo Silvana. (Lo sto facendo davvero?)
- Io mi chiamo Paguro. Cioè, Carmine. (Meglio Paguro…)
- Prendi qualcosa? (Magari me…)
- Le cuffiette. (Me sa che ho detto 'na cazzata!)

E poi risero e parlarono di genitori divisi e di visi in generale. Convennero che la minigonna non sta bene a tutte le ragazze e che l'amicizia tra uomo e donna è possibile, soprattutto se lei è una cozza con l'apparecchio incrostato di spinaci. Si lasciarono a malincuore davanti casa di lei, promettendosi un incontro più elaborato e soddisfacente per il giorno dopo. Il Paguro, più tardi, rientrò nei suoi appartamenti, si tolse la conchiglia e baciò sua sorella sulla fronte. Era l'unico al mondo a conoscere il perché delle proprie azioni, come un agente segreto o come qualcuno innamorato da poco. Io sono una persona informata sui fatti, ma non mi chiameranno a testimoniare, perché sanno che posso uccidere il Paguro e Silvana in un secondo o mandarli una settimana in vacanza a spese mie. Volete un esempio della mia forza? Eccovi accontentati:

Silvana era seduta al tavolino del bar.
Minigonna, maxitacco, rossetto alla ciliegia, maglietta aderente, prominenze ardite e le risalite…

18 commenti:

Lollo ha detto...

Ce la fate a starmi dietro?

Cirincione ha detto...

Domani ci provo :asd:
Intanto mi metto a leggere!! (nel mio piccolo ho pubblicato qualcosa di nuovo, non è pubblicità occulta eh!)

Anonimo ha detto...

Prima o poi ti dirò le tre o quattro parolacce che mi sono sfuggite quasi ridendo quando ho finito di leggere, segno inequivocabile di apprezzamento..!

Il Gabbrio ha detto...

Metaracconto? Aspetta che vado a sfogliare gli appunti del corso...

Una curiosità:
nei tuoi racconti c'è il mondo che hai vissuto e vivi; il mondo che hai osservato col fare dello psicologo sperimentatore o il mondo che vorresti che fosse?

Già so che mi darai una quarta opzione!

Grazie per il commento!

Greta Bartoli ha detto...

C'è un mondo che per vederlo devi metterti gli occhiali dell'Intrepido, quelli a raggi-x. Per colpa nostra, guardiamo spesso senza vedere. Quando scrivo, spengo la vista e accendo il visore di Ciclope (Cirincione sarà contento...). A volte faccio danni, a volte ci azzecco.

Cirincione ha detto...

Ti facevo più come Xavier, però buono a sapersi!!

Stefano ha detto...

qualcuno una volta ha detto che uno scrittore nel sul piccolo è dio, ma non ricordo chi...
ti ringrazio perché ogni volta che ti leggo mi vien voglia di mettermi a scrivere

Spiridion ha detto...

" Trovò le chiavi perchè io gliele feci trovare.."

Lollo come Vonnegut!!

ps. il metaracconto è sempre bello, o almeno, a me piace...

brian-GraphiCat ha detto...

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bello, brutto? non so...ma c`e` un piccolo inganaggio che stride...qualosa di diverso, ultimamente...

appena metto a fuoco dico meglio, in ogni caso, congratulazioni per il libro, appena ripasso in italia lo cerco.

-harlock- ha detto...

Giuro che appena ho visto il nuovo racconto avevo pensato proprio di scriverti "nun te sto dietro, loré".
Lo sento anch'io il piccolo ingranaggio che stride.
Fa questo rumore: sticazzi.
Scherzi a parte, che sennò dici che ti faccio solo complimenti, ho percepito anch'io negli ultimi pezzi un viraggio (una virata? vebbé hai capito dai) verso qualcosa di nuovo.
Non so se sia ricercato o meno, ma gli ultimi pezzi sono meno "perfetti" dei racconti di cuori da bar, c'è come un margine di sporcizia - nientaffatto sgradevole, per me - lasciato lì, ogni tanto.
Non so se riesco a spiegarmi (penso di no, in effetti).
Piccolo OT: a me la tua scrittura più che il raggio di Ciclope fa venire in mente un Matt Murdock seduto al tavolino di un bar, che ascolta le pulsazioni della vita per sentire se mente o no.

Lollo ha detto...

Avete ragione entrambi. Sto sperimentando una narrazione diversa, dove lo stile sembra "fastoso" e ricercato, ma in realtà vado per sottrazione. Sui personaggi si sa sempre meno, quel che conta è la loro posizione quasi kamasutrica nei confronti della storia. Non volevo ripetermi, ma nemmeno stravolgermi, per cui sto ricercando. A questo serve il mio blog. L'approdo finale, spero, sarà quello di uno stile adatto per la stesura di una storia più lunga, un romanzetto. Se tentassi di scriverlo con lo stile dei miei primi racconti, otterrei qualcosa di troppo "denso" e di difficile lettura. In sostanza, sto cercando di arrivare alla leggerezza per distillazione. E sono felice che ve ne siate accorti. Un abbraccio

Anonimo ha detto...
Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
lula ha detto...

che sono fan di tutto cuori da bar già lo sai. di questo l'unica cosa che non mi ha convinta moltissimo è il girotondo iniziale/finale. ho pensato, non era necessario.

per il resto adoro come scrivi.
proprio perché vai per sottrazione, mica solo in questi ultimi pezzi.

un bacio,
micol

Anonimo ha detto...

Salve Lorenzo, volevo farti una sola e semplice domanda: i vostri disegnatori che supporto usano per realizzare le tevole di john doe, intendo quali sono le misure il tipo di foglio ecc...?
Ti ringrazio.

Viska!

Greta Bartoli ha detto...

Mah, direi che per vedere come disegni va bene pure un moleskine a quadretti. Ma basta che prendi un JD e ti ricavi la diagonale...

Il Gabbrio ha detto...

LOLLO...l'uomo addetto all'ufficio risoluzione affari complicati, un pò come "wolf" in Pulp Fiction...

-harlock- ha detto...

Mi permetto di rispondere anch'io a Viska, se posso.
Il "tipo" di foglio che va per la maggiore è il fabriano F4 (o F2 se ti trovi bene a lavorare su carta meno pesante)liscio. Anche il semiruvido va bene. Se poi hai soldi da buttare ci sono degli ottimi cartoncini della Canson oppure i mitici schoeller...
Per le dimensioni è assolutamente soggettivo: c'è chi si trova bene a lavorare in grande, chi più in piccolo.
Io lavoro solitamente su una gabbia di 27x19cm (attenzione, sto dando le dimensioni della gabbia, non del foglio)quindi poco meno di un comunissimo A4. Se si lavora più in grande di solito si usa una gabbia di 35x25cm, che sta comodamente dentro un A3. MA in generale qualsiasi dimensione costruita sulla diagonale della pagina "tipica" Eura va benissimo, come ti suggeriva Lorenzo.
Spero di essere stato d'aiuto.

rael is real ha detto...

io je la fo a star dietro.