lunedì 14 luglio 2008

Appetite



Piangono i salici in riva al lago.
Piange Susanna, lasciata in tronco da un commesso viaggiatore che non è morto mai.
Susanna ha un sistema per uscirne fuori. Si chiama bulimia, e sembra che non ci sia. Invece c'è, eccome. La sua gonna a pieghe, messa per lui, è blu come l'agonia di un cianotico. Sotto, spiritosi e fuori luogo, un paio di frye neri si sporcano di sabbia e diventano piedi di guerrieri, superati dal tempo e incrostati dalla noia di un bar aperto fuori stagione.
È il 1980 e qualcosa. Nascosto da qualche parte, in una soffitta o nella cucina di una palazzina vittoriana, Paddy McAloon comincia a scrivere Appetite.
Susanna, intanto, si chiede come sarà il prossimo.
Un ragazzo dolce, magari un ladro di sorrisi, un acrobata del doppio senso, un originale poeta qualunque, un muratore col vizio del bere o un ubriacone col vizio della rasatura.
Ma ci sarà, il prossimo. C'è sempre stato.
Paddy McAloon, intanto, fa sentire la sua canzone al fratello, che dice che è carina.
Susanna passeggia scalciando, come un maschietto appresso a una lattina. Solo che qui la lattina è lei. Sigaretta Muratti, accendino Bic, rossetto a prova di bacio Lancome, al nono posto della classifica c'è Victims, loro sono i Culture Club.
Susanna sbuffa fuori il fumo e fa abbastanza rumore per non sentire quel pianoforte straziante.
Che certe canzoni sanno tutto di noi.
Paddy McAloon, da parte sua, pensa che sia ora di andare a dormire. C'è abbastanza materiale per l'album e il titolo brilla nella sua testa come un'insegna al neon: Steve Mc Queen. Anche se gli manca una frase, una frase sola per concludere Appetite.
Susanna torna a casa, parla con la sorella di come è cambiata Fiorella Mannoia, si siede davanti a un foglio bianco e scrive:
se decidi di lasciare qualcuno, fallo e basta.
Invece, se decidi di rubare, fa' come Robin Hood…
Paddy McAloon si sveglia, strappa un pezzetto di carta dall'elenco del telefono di Durham e scrive:
If you steal, be Robin Hood…
Yeah.

12 commenti:

���������� ha detto...

Ed ecco che Steve Mc Queen torna a girare nel lettore CD.
Rivoglio i miei vent'anni.

Anonimo ha detto...

Anche io rivoglio i miei vent'anni. L'unico pregio di essere qui, oggi, è il poter leggere queste perle di letteratura. Grazie.
Thomas

-harlock- ha detto...

Siamo tornati prolifici come ai vecchi(?) tempi, eh?
L'estate ti fa bene, bellissimo pezzo.
Anche se l'ultima frase di "Condominio" mi si è portata via un pezzo di sterno.

Unknown ha detto...

YEAH!!!

Serve aggiungere altro, prof?

Il Gabbrio ha detto...

Sono io quello di prima, si generano casini con l'account google!!!

Anonimo ha detto...

- Noi ragazzi di oggi Luis Miguel
- The wild boys Duran Duran
- Last Christmas Wham
- Una storia importante Eros Ramazzotti
- Do they know it's Christmas Band Aid
- Se m'innamoro Ricchi e Poveri
- The power of love Frankie Goes to Hollywood
- The neverending story Limahl
- Souvenir Matia Bazar
- Careless whisper George Michael
- Chiamalo amore Gigliola Cinquetti
- When the rain begins to fall Jermaine Jackson & Pia Zadora
- A lei Anna Oxa
- Ghostbusters Ray Parker jr.
- I'll fly for you Spandau Ballet
- La pappa non mi va Josè Luis Moreno
- The riddle Nik Kershaw
- Everything she wants Wham
- Sussudio Phil Collins
- Sorrisi New Glory

Questa era una classifica dell' epoca...solo a scorgere Gigliola Cinquetti mi sento un po' anziano....
Stefano

Anonimo ha detto...

Come ha già detto qualcuno, l'estate ti fa bene...e chi si aspettava subito un nuovo racconto?

Come sempre, complimenti Lorenzo.
Davvero un gran bel pezzo...

Ogni tanto anch'io mi diletto a scrivere qualcosa, se hai tempo e voglia di passare dal mio blog magari mi dici che ne pensi?

Ciao e scusa per la piccola auto-promozione, ma ci terrei sul serio ad avere una tua opinione.
Saluti e ancora complimenti!

Andrea

Skiribilla ha detto...

Chissà cosa ti ha fatto ricordare quel gruppo...
Il racconto è di quelli belli belli e pieni di particolari in cui, per merito della tua maestria, ci si ritrova un po' tutti, per un motivo o l'altro.

Anonimo ha detto...

Frye sulla sabbia, rossetto sulla sigaretta, Vittime nel jukebox.

Per me gli anni '80 erano vestiti di nero, mi viene in mente Andrew Eldritch, ray-ban e cappellaccio, la sua voce cupa che, dal fruscìo del nastro, cantava di amori perduti e attese infinite ...

... Lipstick on my cigarettes,
Frost upon the window pane
Nine while nine and I'm waiting
For the train ...


RAMhead

Baol ha detto...

Bello.

Buon inizio di settimana

Anonimo ha detto...

Bellissimo disco. L'ho avuto, prima, come cassetta duplicata, poi come cassetta originale, e infine come cd. Q.

bab ha detto...

Si dai carino!!!!