mercoledì 23 luglio 2008
Nascita di uno scrittore
C'era quel baretto che non dovevi chiamarlo per nome, ma solo entrare e credere alla sua esistenza, a quella pozione straordinaria che esalava nell'aria, fatta per metà di campari, per metà di marlboro dure, per metà di caffè freddo e per metà di schedine precompilate: Atalanta-Milan due fisso. In quel posto, quattro metà facevano uno, perché, come già detto, ci dovevi credere e basta.
Carlo era il barista, mezzo Merlino e mezzo Abatantuono, capelli che non gli han dato un rigore, baffi a spazzola, sorriso da carpa che l'hanno ributtata a fiume perché troppo brutta perfino per la zuppa, incantatore di clienti avvezzi al brancamenta alle sette di mattina.
La prima volta non è che ti accogliessero bene, quegli avventori anonimi fin troppo conosciuti.
Avevano segreti mappati con cura sulle loro facce, arate di traverso da rughe lunari.
Mogli infedeli, mogli troppo fedeli, suocere e figli, figlie e cani da pastore senza gregge.
Uno aveva anche un'amante, ma solo perché nessuno osava spiegarli che quella era la sua unica donna, visto che la moglie l'aveva lasciato per un disoccupato scontroso con l'hobby della fisarmonica.
C'era uno che viveva per il concerto di Capodanno della Filarmonica di Vienna, perché una volta c'era stato, per via di un biglietto omaggio vinto con l'incarto di una palla di Mozart. Una palla anche quella. In realtà, era stato a Graz, da una cugina, che lo trattò per tre giorni come un malato di mente, visto che non capiva una parola della lingua imperante.
Che l'Impero è una brutta cosa con cui avere a che fare, chiedere a Jan Solo, citofonare Ciubecca.
Dicevamo che l'accoglienza non era il piatto forte di quel baretto senza nome.
Ma io feci un ingresso trionfale a undici anni, reduce da un funerale, dall'acquisto di Devil gigante numero 1 e titolare di un paio di Mecap seconde a nessuno: gialle e viola, come le maglie dei Lakers. E Magic Johnson era un ragazzo come noi.
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19 commenti:
"... capelli che non gli han dato un rigore ..." è fantastica!
E poi il cieco che vedeva meglio di te che avevi 11 decimi, contro la furia delle lame del Gladiatore, con quel costume che pensavi fosse il massimo.
I supereroi li prendevo dal rigattiere, una specie di isola del tesoro, vai di pala a tirar fuori dalla polvere i protagonisti dei tuoi sogni a metà prezzo, così ne avevi di più.
Magari non saresti mai riuscito a sapere come andava a finire, quando mai trovavi due numeri consecutivi; però il bello dei sogni è questo, no?
La fine te la puoi inventare tu, se non ti svegli troppo presto ...
RAMhead
Hai visto che ti ho fatto sorridere?
Lollo
Su Lollo ci puoi sempre contare.
Grazie.
Stefano
l'emozioni arrivano fino a qui!:)
Ricordi bellissimi...mi ci ritrovo anche io in queste esalazioni...c'era l'odore della colla che serviva per attaccare le fascettine del monopolio sulla matrice delle schedine...e poi che dire...le MECAP!!! io, le avevo gialle e nere.
se ti va di "addarmi" alla tua lista di blog...
Ma quanto sono importanti questi bar, nella tua vita?
Grande, Alessio! Appena ho un minuto ti linko!
Per il Gabbrio:
i bar sono stati tanto importanti. Erano le piazze, i muretti, i cinema e i teatri. E ci girava gente interessante...
Ciao
lollo
a Roma di passaggio per un breve momento, ma non tanto breve per non regalarmi il gusto di un tuo racconto... ciao prof!!!!!!!!!!!!!!
mari
Bevo Jagermeister perchè
il Magic non mi ha mai convinto.
le timberland e fumi le marlboro...
ancora meno... ecco sì... c'era una ragazza di nome Cora che quando entrava nel bar Sesso
dicevamo... 2 fisso e il barista
diceva che si chiamava aldo...
che fessi!!
Emozioni come se piovessero, come sempre.
Grande,Lorenzo!
john byrne ha detto in una intervista che ' la golden age è quando hai 12 anni ' ma è anglo canadese.
in italia siamo tanto veloci da avere avuto gli eroi neri del fattore kappa mentre in usa si usava sognare con lo spiderman di amazing fantasy. per questo noi abbiamo scrittori di 11 anni
john byrne ha detto in una intervista che ' la golden age è quando hai 12 anni ' ma è anglo canadese.
in italia siamo tanto veloci da avere avuto gli eroi neri del fattore kappa mentre in usa si usava sognare con lo spiderman di amazing fantasy. per questo noi abbiamo scrittori di 11 anni
che belle le tue descrizioni :)
Grazie, bei ragazzi! Approfitto per avvisarvi che il blog in agosto verrà aggiornato poco e niente. Magari posto qualcosa prima di venerdì e poi vi abbandono. Ma a settembre torno più carico che mai! Quest'estate mi aspettano un racconto lungo e un film, nel senso che dovrò scriverli. Più il lavoro normale, che non posso mollare per più di una settimana... per cui, tempo per scrivere racconti per il blog credo di averne davvero poco. Ma non si sa mai... una volta che le dita sono sulla tastiera, il resto viene da sé. Grazie e a presto!
Lorenzo
grazie ad ed. grazie perchè mi ha dato il pretesto per scrivere 'ad ed'. aded sembra il nome di un mercante siriano, nato quando era possibile suggellare un contratto con una stretta di mano ed avere oro in cambio di quadrupedi, perso in un deserto e ritrovatosi nella boccia di vetro dove riposa una torre di pisa sulla scrivania di un bimbo trafitto da lentiggini e assopito davanti alle mirabolanti avventure di saturnino farandola legato al palo da pirati orfani di gardaland che inciampano in cespugli di cartapesta, il tutto in splash pages di sergio toppi in un numero di alter alter del
'77, immediatamente prima della pagina della posta dove del buono spiega che un magazine ha Pazienza, ma chiede pazienza a chi non legge anche Dick Tracy. grazie ancora
Bella penna, crepascolo... dico davvero! Grazie per essere passato.
Bello e generazionale (ma nel modo giusto).
Ciao Prof.....scrivi benino dai!!!
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