lunedì 25 gennaio 2010
Padri, figli, ragazze e sorrisi
All’improvviso, la pioggia.
Gocce grosse come uova, di quelle che Roma diventa l’Amazzonia e il tuo ombrello un oggetto inadeguato, un fermacarte rimediato all’ultimo momento per un duello all’arma bianca dietro al muro di un convento.
A Sandra piace l’odore dell’asfalto mentre piove, un misto di polvere e sesso degli angeli, perché contiene quelle qualità volatili che le conosci bene anche se non le hai viste mai.
Oggi Sandra ha l’esame per la patente B: teoria. Valvole a farfalla hanno affollato la sua notte, sensi di marcia sono marciti nella memoria, ma adesso è caricata a molla perché ha ventidue anni, la pelle tesa, splendono gli occhi, rimbalzano i seni. È la donna di cui si parlerà, la ragazza in fiore, la musa dei poeti, la ribelle sana, la chitarrista battistiana. Sandra vive un momento che è un ponte sospeso tra se stessa e il futuro, una promessa in vacanza dal fallimento possibile, un pezzo di carne odorosa e immarcescibile. Quando entra nella stanza della Motorizzazione, la sua gonna fa la ruota e qualcosa si ferma, si sospende un respiro, e la mente di Damiano va in modalità-pausa di riproduzione della realtà.
Il test comincia, i due sono seduti vicini, lei sfarfalla e svolazza sul foglio, lui la guarda mordicchiare il lapis e non risponde alle domande perché ha di meglio a cui pensare. È un ragazzo di vent’anni, campione di Zippo, rumoroso allo stadio, silenzioso a letto. Sua madre è ancora un’alabarda spaziale, una donna capace di creare e distruggere. Suo padre è andato via senza salutare, infarto nel letto di una donna giovane. E Damiano ci pensa a come doveva essere lo sguardo di suo padre quando guardava le ragazze più belle. Come il suo, sputato. Sorriso allargato, da ruscello autunnale. Sorriso micidiale, che promette un bacio e una chiacchierata leggera, e la leggerezza è un dono degli dei.
Alessandra Martinelli, promossa, senza errori.
Damiano Orlandi, torni tra un mese.
Escono sotto la pioggia, felici tutti e due. Lei ha il permesso di guidare, lui ha ben altro, ha qualcosa di più. Ha la prova certa che la vita è in movimento e non un presepe pieno di pastori, col cielo finto e l’acqua di stagnola.
Damiano prende il coraggio a due mani, tossisce e le dice:
KA-BOOOOOOOM!
All’improvviso, la pioggia ha messo in scena anche il tuono.
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11 commenti:
Lollo ma tu così mi prendi al cuor, e senza preavviso!
cosa che tu fai ogni minuto :-)
Lollo
è sempre bello leggerti :)
E' sempre la colonna sonora a fregarci il momento...
a roma piove.
Racconto vomitevole.
Grazie a tutti, Anche all'anonimo, cui dico che qui ci si può firmare, è un piccolo posto pieno di gente amichevole.
Lollo
ma come vomitevoleeee....APOSTATA!!! a...qualsi altra cosa...omo dal core arido, e pensare che pioveva pure, e pensare che poteva essere scosso dal tuono, o dall'incertezza del ragazzo, dagli occhi belli della ragazza e invece? ha scritto vomitevole.
Arido e povero anche nelle stroncature.
siamo stati tutti campioni di Zippo (io lo sono stato),gli cambi la pietrina lo rifornisci con la tanichetta di benzina da casa lo lucidi col sidol,poi cresci e la mancanza di tempo,il fatto che altri pantaloni che indossi oltre ai jeans non hanno la taschetta a destra sopra la tasca grande apposta x lo zippo,lo molli in un cassetto e lo rivedi sempre meno....domani compro le pietrine
Che qualcuno mi baci subito, adesso, sotto la pioggia!
Bellissimo racconto!
C'è il SOLE!
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