martedì 27 dicembre 2011

Le Gris

Marcello Castelli aprì le imposte e respirò l’aria del mattino con la canottiera rossa e la sagacia autorevole di un bagnino di Fregene. - Oggi piove. Rammaricandosi un poco di non essere un ammaestratore di pedalò, si diresse verso il bagno col passo malfermo di chi ha troppo navigato. 45 anni, due mesi e tre giorni. È un bel viaggio, per mare e per terra. È tempo sufficiente per cercare la via dell’Oriente, le sorgenti del Nilo, per consacrarsi a qualcosa, per disperdersi nel vento. Crema da barba Taylor, alla Lavanda. Pennello di tasso. Rasoio a farfalla con lamette Astra. Marcello parte forte con la rasatura, per rimandare qualcosa che non gli va di fare. - Impegnarsi in un lavoro a mano libera storna i pensieri, scontorna il problema e lo posiziona più distante, quasi fosse una notizia del telegiornale e non un fatto vero. Pelo, contropelo e una terza passata alla Stenmark dei bei tempi, linee strette e rapide, a sorprendere i peli più riottosi e astuti. Dopobarba Floid, ovvio. La felicità è nelle piccole cose, disse qualcuno che non aveva altro. Colazione con latte, caffè e biscotti Misura. - Mettiamo un po’ di musica. Parlare da soli è il privilegio dei semplici, o di chi ha paura del silenzio, di chi compila una lista di cose da fare, o di chi aveva qualcuno con cui parlare fino a poco tempo prima. - Nicole Renaud. Sì. Partono le note di Coleurs, Le Gris. Una soprano francese, alle sette e un quarto di mattina, può mal disporre la giornata di chiunque o raddrizzare la notte incolore di un professore di Letterature Comparate. - Raddrizzami la notte incolore, Nicole. Le Gris è un non colore, è lo spazio interstiziale tra il bianco e il nero, decostruisce e allaga gli occhi. Quella voce, poi, sapeva seminare a grigio il campo rugiadoso della mente di Marcello. Un uomo a modo, per tutti. Un uomo interessante, per molti. Un uomo che ha vissuto con la sordina inserita, col silenziatore sulla canna, con l’ovatta sulle parole. Questo lo pensava lui, che di se stesso era un esperto, ma non un estimatore, come un collezionista compulsivo che non ama il proprio accumulare, ma che non esiste senza la polvere che tiene insieme le cose che ha messo insieme, il ciarpame della memoria La polvere è grigia. Principe di Galles blu e celeste, camicia azzurra, cravatta blu, scarpe testa di moro: Marcello si studiò nello specchio e si valutò venticinque su trenta, perché lui era sempre stato molto severo, soprattutto quando vestiva i panni più trasandati di un giovane assistente di medie speranze. - Vada per il venticinque. Lo prendo.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Delizioso! Complimenti per lo stile della tua scrittura che somiglia a quello che pensiamo mentre facciamo altro. Alla vita.
Laura

Anonimo ha detto...

La prosa di Lorenzo è proprio come hai detto tu. Io l'ho scoperto da qualche mese e vorrei scrivesse di più qui sopra. Ma mi godo ogni parola e compro anche i suoi fumetti!
Maurizio

Anonimo ha detto...

bellobellobello! ci aspettiamo un racconto nuovo e un libro nuovo per l'anno nuovo!
m.

Stefania ha detto...

Favoloso