venerdì 23 febbraio 2007

Cuori da bar

Il bar sotto casa cambia gestione molto spesso. Appena Er Provvisorio si affeziona a una barista, quella sbatte gli occhioni pieni di rimmel e gli dice:
- Non ce la faccio più co’ ‘sta vita. Mi alzo la mattina alle sei e mezzo e non ci arrivo a fine mese. Sai che nuova c’è? Mi sposo, vado a vivere al paese. Mi sveglio tardi la mattina, do da mangiare alle galline e penso un po’ a me stessa.
Er Provvisorio, che di galline se ne intende, sa che la barista dovrà svegliarsi ancora prima delle sei e mezzo per dar da mangiare a quelle bestiacce.
Er Provvisorio, che conosce bene i paesi, sa che la ragazza avvizzirà in cinque anni, che le spunterà la pappagorgia da Silvana Pampanini, la panzetta da anziana incontinente. E che si riempirà di smagliature.
- Ma te ce l’hai un nome? - chiede la barista, ciucciando una Big Babol color lampone.
- Perché? Er Provvisorio non ti piace?
- Mi fa ridere. Ma non so se mi piace.
Allora lui sgrana gli occhioni azzurri, sorride e abbassa la testa. Tra i capelli rasati a uno dalla macchinetta apposita, spunta fuori una cicatrice vermiforme, leggermente inquietante, ma che fa tanto uomo vissuto.
- Vado forte con la moto e non mi fermo agli incroci.
- Non ti fermi agli incroci?
- Guardo se arriva qualcuno attraverso le vetrine d’angolo. O mi regolo con lo sguardo dei pedoni, con gli stop rossi delle macchine. Per questo mi chiamano Er Provvisorio. Secondo i miei amici, oggi ci sto. E domani...
- E se una vetrina è sporca? Se un pedone pensa ai cazzi suoi? Se uno ha la macchina con gli stop rotti?
Domande prevedibili. Parte integrante del monologo. Er Provvisorio china di nuovo la testa e indica la cicatrice.
- Cado. Intruppo. Mi faccio male. Rompo la moto.
- Ma non la smetti, vero?
- No. Ogni uomo ha un destino.
Sorriso a denti stretti, da Settimana Enigmistica. Adesso arriva il pezzo forte:
- Io morirò nel mio letto, più vecchio di quanto potrò sopportare. Non sono più provvisorio di chiunque altro.
A questo punto, come da copione, la barista sorride, apre la bocca e la Big Babol è il frutto del peccato originale.
Le bocche sono vicinissime. Lei sa di sostanze chimiche proibite, lui è l’uomo del mistero, quello che incontri una volta e che devi baciare per forza, con la lingua a mulinello. Ma il bacio non arriva.
- Che fai?, chiede lei.
- Sociologia... risponde Er Provvisorio
La bocca della barista si chiude. L’attimo magico è passato, esploso come un palloncino fatto con la Big Babol. Ma uno di quei palloncini interni, rumorosi aborti che non concedono nulla allo spettacolo.
Er Provvisorio si gratta la cicatrice, saluta la barista con due dita che sfiorano la fronte, come un cowboy che va incontro alla fine del film. Poi esce, inforca la moto e parte. All’incrocio, rallenta, guarda a destra e a sinistra, mette la freccia e corre piano incontro al destino.

12 commenti:

Anonimo ha detto...

ecco, se io riuscissi ad essere definitivo come Er Provvisorio molte cose andrebbero sicuramente in modo diverso...la cicatrice sulla fronte ce l'avrei pure, ma me la sono fatta a due anni sbattendo contro una vecchia Singer per cucire...non fa lo stesso effetto...
Avvincente,Prof!

Anonimo ha detto...

Questo blog è la mia panchina nel parco.

Lollo ha detto...

Be', grazie. Essere una panchina nel parco mi sembra una bella cosa...

-harlock- ha detto...

Finora ho letto e basta, ma questo mi strappa l'applauso.
Non che un mio commento ti cambi la vita Lorenzo ma: bel pezzo, davvero.
Un gioiellino.

Lollo ha detto...

Grazie, Harlock. Per me invece è molto importante sapere che qualcuno gradisce i miei piccoli racconti. Ciao

Flavio ha detto...

Questo blog è ormai una delle mie letture preferite, è sempre un piacere leggerti Lorenzo.

cristiano cucina ha detto...

sei sempre er solito cantastorie.anzi raccontastorie.ma le racconti da dio,come sempre.ah!dimenticavo,puoi aggiungermi nei link il mio blog è attivo.
con affetto mano de pietra

Anonimo ha detto...

bello, mi ha strappato un sorriso. poi potrai scrivere del tuo amico che anzichè fare le nottate a studiare per medicina naviga su internet anche di sabato sera :P
ciao. Mish

Matta ha detto...

Ti sembrerà strano ma in questi racconti leggo la vena poetica, ironica e un pò surreale, dei primi, per me indimenticabili, Arthur King.
O dei liberi con Carnevale (che ho tutti). Ti seguo sai, caro collega. Da un bel pò. Continua ad allietarci con i tuoi raccontini. Li leggeremo sempre con piacere...

Lollo ha detto...

Grazie a tutti! I primi AK, come sceneggiature in sé, non erano una gran cosa... ma c'erano dei lampi abbastanza buoni. Queste cose che scrivo, tranne rare eccezioni, nascono apposta per il blog. Li scrivo e li posto in diretta, senza stare a rileggerli più di tanto. E mi fa piacere che piacciano a qulcuno...

Anonimo ha detto...

er provisorio è un gran bel personaggio...mi ricorda un mio amico che passava gli incroci senza guardare; col motorino faceva quasi un botto al mese. poi fortunatamente i suoi gli hanno impedito di prenderlo.

Matta ha detto...

Mi piace l'idea dell'estemporaneità...complimenti. Non so se riuscirei a fare lo stesso.
Riguardo AK...forse è come dici tu. Forse è solo la memoria che li rende "belli" come li ricordo. Ma che cos'è la memoria se non un filtro attraverso cui passare le sensazioni e le emozioni, attaccandole a dei semplici avvenimenti temporali?! Parafrasando il detto: "Non è bello ciò che è bello, ma è bello ciò che si ricorda come tale." Ad maiora.