martedì 18 dicembre 2007

Cuori in battere, tempo in levare



Uno sguardo è una pistola, ma più mortale.
Soprattutto se lei è sopra le scale di un bus e ti guarda come per dire:
"Io ti conosco, non mi seguirai".
E infatti non la seguo.
Il mio presente è mai.

lunedì 17 dicembre 2007

Cosa succederà alla ragazza?



Perdere lei è stato come quando hai scoperto che Babbo Natale sono mamma e papà.
All'inizio, ricordi pezzi di strada costruiti insieme, sorridenti genieri nell'Africa di fine Ottocento. Poi uno dei due si gira di spalle, sorride fuori sincro e tutto finisce lì, in un giorno qualunque, senza musica patetica né poetiche dissolvenze. Il ciclista che è in te prova a metterci una tip-e-top, ma le bolle d'aria sono troppe per darti una speranza. Allora cerchi di ricostruirti, ma ti scordi di fare le fondamenta. E piove sempre troppo, se perdi lei. Lucio Battisti è appostato dentro tutte le radio. Era meglio se facevi il soldato, così avresti obbedito lo stesso a ordini senza senso, ma a pagamento. Adesso, invece, l'ordine gratis ti lampeggia nella testa come un neon moribondo: appostati sotto casa di lei, filo di ferro nel cuore e occhi furbi, da spia che l'amava.
Ti addormenti, perché gli appostamenti non sono roba sopportabile nella vita vera. Ti svegli che è notte, con l'alito che ti ricorda una scatola di tonno con fagioli cannellini, cipolle e cetriolini, latte scremato, pane in cassetta. Mancava solo un ingrediente, se ci pensi: lei. Che arriva sottobraccio a qualcuno, in un orario poco adatto agli amici dell'asilo e quella mano nella mano ti costa una bestemmia che non sapevi di conoscere. Parti nella notte con la tua Diane gialla, evidenziatore spietato di qualcosa che non è andato come doveva andare. Gli occhi di lei puntati sulla nuca scottano ma non scaldano. Ti stai sbagliando, chi hai visto non è… non è Francesca. O almeno, non la Francesca che conoscevi tu.

domenica 9 dicembre 2007

Adobe or not adobe?



Vanessa era una bellezza da doppio paginone centrale, non fotoscioppata e rustica al punto giusto. Scrittrice in erba, nel senso che si spaccava di canne, aveva vinto un concorso di bellezza e uno dedicato a racconti di esordienti.
Il suo racconto si intitolava Senza titolo e parlava della difficoltà oggettiva di capire una realtà quando ne fai parte. Le riuscì l'impresa di sconfiggere in finale il pezzo breve di un ragazzo brufoloso, intitolato Doppio paginone centrale.
Il concorso di bellezza lo vinse a mani basse, sconfiggendo Miss Tagliacozzo e Miss Calze in Gamba, in virtù di un sorriso lucente come una pista da bowling dopo la pulizia del parquet.
Vanessa aveva un gatto di nome Oloferne, dallo sguardo biblico e l'appetito laico, cui dedicava tutta se stessa. Per Oloferne erano le carezze, per Oloferne il cibo, per Oloferne le confidenze e le confessioni di struggimenti in corso.
Vanessa disse:
- Oloferne, mi piace un ragazzo. Non è bello, non è alto, e c'è un segreto che mi spacca il cuore.
Meooow!
- Lui è uno scrittore. Di quelli bravi. Di certo, più bravo di me.
Meooow!
- Sì. Inutile girarci intorno. Ma il problema è un altro. Lo scrittore pensa che sono troppo bella e troppo alta per invitarmi a uscire.
Meow.
- Certo che posso farglielo capire. Ma è il problema è un altro.
MEOOOW!
- Scusa, devo togliermi il difetto di dire che il problema è un altro. Ma è la verità. Il fatto è che lui…
Meow?
- Lui è pieno di brufoli, ecco cosa.
Meow.
- Ma il problema è un altro.
ME…
- Scusa. Lui è arrivato secondo al concorso per autori esordienti col racconto Doppio paginone centrale. Credo di aver vinto io solo per una questione di lunghezza. Lunghezza di gambe…
Vanessa vide che Oloferne si era sdraiato sulla schiena e aspettava le carezze, di quelle riservate a lei soltanto. Sorrise e lo accontentò.
Intanto, un ragazzo brufoloso prese il coraggio a due mani e compose un numero che strillò nella notte una suoneria bitonale. Sappiamo bene che è rischio di morte il nascimento. Ma qualcosa comunque era nato, tra gatti parlanti, racconti, brufoli e invidie culturali. Qualcosa a più livelli. E, quindi, fotoscioppabile…

giovedì 6 dicembre 2007

Lessons in love



Camicie colorate vanno incontro all’estate, ma spesso Roma fa la stupida di sera col ponentino travestito da bora. Concerto di quel gruppo in quel centro sociale, birre in bicchieri di plastica, occhi socchiusi e teste che fanno di sì a tempo col proprio tempo interiore. Il sound-check si fa con GIY di Donald Fagen, non ci sono cazzi. Il gruppo precisa che il concerto è dedicato a qualcuno privo di libertà, col corpo chiuso in una gabbia di legno immersa in un acquitrino in un posto del mondo difficile da pronunciare. Ma il cuore di quel qualcuno è in quel centro sociale, ovvio. Parte il primo pezzo, batteria, hammond e chitarra, col cantante che parla di anarchia e villaggi globali. I testi sono sinceri, la voce è un pezzo di spugna nel costato di Joe Cocker, che non è un cane rossiccio ma un tizio di Sheffield con la pancia da bevitore che cercava solo un piccolo aiuto dai suoi amici. Il secondo pezzo è quello radiofonico, che lo puoi ballare e cantare le parole finché il bassista non si mette a slappare come Mark King, che non è un rivale di Soldatino e D’Artagnan, ma un simpatico musicista dell’Isola di Wight che fondò i Level 42. Sul terzo pezzo, parte la riscrittura funky della Guerra di Piero e lì cala un rispetto per De André che manda un po’ in vacca il ballo furioso appena archiviato.
Lucianino ha un sogno in tasca travestito da cannone a elle. L’accende e non pensa, perché pensare è fatica di meningi e invocazione di epistassi. Mariannina gli chiede di dare un tiro e saliva sulla saliva di lui con la profanazione pudica di un bacio indiretto. Il gioco si ripete e stavolta è lui a gustare il sapore delle labbra della ragazza. Parte un blues in minore, autoritario e dolente.
- Sai perché i Level 42 si chiamano così?
Chiede Lucianino.
- No. Perché?
Chiede Mariannina. Si aspetta una risposta qualunque, da coatto in contumacia, e invece si becca una perla di saggezza:
- Erano appassionati di Douglas Adams e della Guida Galattica per gli autostoppisti. E 42 era...
-...la risposta alla domanda sulla vita, l’universo e tutto quanto!
Che tu puoi anche andare a un concerto per farti un cannolo e due risate, ma se sei fortunato puoi incontrare la donna della tua vita. Oppure morire per un cavo scoperto. Che è la stessa cosa, se ci pensi.