martedì 10 aprile 2007

Yuppiaieee, Singer!





Oscar è un bambino di dieci anni. Normale.
Piange per ogni cazzata, ha paura del buio, si infila le mani nel naso con la convinzione di un egittologo davanti alla tomba di Tuthankamon: lì dentro qualcosa c’è.
Sua madre Amelia è una ex-modista, diventata portiera di un palazzo di sette scale, otto piani e poco amore. Totale abitanti del palazzo: almeno cento più del paese di Pontebosio, da dove viene lei.
Il padre di Oscar, un sosia di Ernesto Calindri giovane, è stato dato per disperso dopo la guerra vinta dalle Forze Divorziste nei confronti della Falange della Famiglia Unita.
La sua figura paterna di riferimento è uno zio macellaio di nome Aldo, con un dito di meno e un sorriso impreziosito da due capsule d’oro di Bologna. Meglio di niente, direte voi. Meglio di niente, dice anche Oscar, che è abituato ad accontentarsi con poco. Per esempio, indossa i vestiti dismessi da qualcun altro, anche se l’odore del qualcun altro non va via con Bio Presto, checché ne dica l’Uomo in Ammollo. E gli vanno anche grandi, quei vestiti, ma lui diventerà un ragazzone, le gambe da Garrincha si raddrizzeranno e tutto andrà a posto.
Perché Oscar è Zorro.
Niente a che vedere col carnevale.
Oscar è Zorro dentro.
Raddrizza torti scolastici e salva donzelle di nove anni assediate dalla noia, facendo evoluzioni degne di Errol Flynn. Che non è morto e gioca a dadi con Elvis in un’isola lontana.
Amelia, nonostante il pentitismo, rimane una modista di valore e gli cuce ogni anno la divisa d’ordinanza: mantello nero con la fodera rossa, pantaloni neri, camicia bianca con vezzosi svolazzi falpalà, baffi neri fatti col carboncino. Ecco il problema, i baffi.
Un giorno, Oscar avrà i baffi veri, autoctoni, spioventi come i cross di Garrincha. E quel giorno sarà Zorro, dentro e fuori.
Nel frattempo, si accontenta di poco. E la Singer che sferraglia diseguale in sottofondo è un cavallo d’argento, che vale cinquecento.

13 commenti:

Il Gabbrio ha detto...

un racconto dolcissimo...la prima parte, con lo zio macellaio e i vestiti che odorano di qualcun altro mi hanno rattristato un pò, non è tanto per dire.
Sarà che anche io mi vestivo da zorro, ma non lo ero dentro...almeno non credo!

Anonimo ha detto...

Zorro, uno dei più grandi eroi. Identità segreta, nascondiglio segreto, il fedele maggiordomo, un nero destriero veloce come il vento... quanti ricordi. a mio nonno piaceva molto e lo guardavamo spesso insieme. " Là sulla duna, quanto brilla la luna spunta il nostro eroe Zorro, che lascia il suo segno, una Z, a chi è indegno la Z che vuol dire Zorro. Zorro, Zorro... lui ha la vita segreta Zorro Zorro... il segno suo è la Z
Zorro, Zorro, Zorro..."

Lollo ha detto...

Grazie! E la canzone di riferimento... un autentico must!

Il Gabbrio ha detto...

ero in biblioteca a studiare quando ho letto il post e non potevo ascoltare la canzone (non avevo le cuffie!)
hai ragione, un must!!!

a domani prof!

-harlock- ha detto...

Con i tuoi racconti mi accade la stessa cosa che capita quando guardo le copertine di Carnevale.
Ogni volta penso "cazzo, 'sto giro si è superato".
Poi magari questo racconto mi ha colpito molto per motivi diciamo personali, anche se il costume di Zorro credo rappresenti una sorta di archetipo per il 90% dei bambini (dentro, soprattutto).
Ma questa, come si dice, è un'altra storia.

Anonimo ha detto...

I vestiti dismessi hanno accompagnato l'infanzia di tanti tra cui la mia! Concordo col discorso qualità-Carnevale-qualità-Bartoli. Perchè lavoravate sempre insieme e quindi eravate bravi tutti e due allo stesso modo no? ;-)
S

Anonimo ha detto...

Bel racconto Lorenzo...complimenti! :-)

Anonimo ha detto...

Ma che blog spettacoloso!!Niente pippe mentali,e racconti uno piu' bello dell'altro.Complimenti!!
Luciano Ballestra

Lollo ha detto...

E' morto Kurt Vonnegut. In parte, è colpa e merito suo se esiste questo blog e se io cerco di fare lo scrittore. Sono triste, come se se ne fosse andato un amico. E forse se n'è andato per davvero un amico, perché sapeva tante cose di me senza bisogno che io gliele spiegassi.

Il Gabbrio ha detto...

mi spiace, perdere un riferimento deve essere come perdere una piccola parte di sé...
lo so che è un atteggiamento da italiano medio, ma credo che per commemorazione leggerò mattatoio n.5...
se è vero che in parte è colpa e merito suo che fai lo scrittore, lo ringrazio tanto...

asbadasshit ha detto...

Tutti siamo stati Zorro. E' insito nell'infanzia. E quando non succede allora è una vera tragedia.

Lollo ha detto...

Grazie per le visite e per le belle parole...

dodo_manu_15 ha detto...

ciao..ho trovato per caso questo meraviglioso post cercando la canzone di zorro....bhè volevo ringraziarti perchè leggendo il tuo post ho ricordato di quand'è ero piccola e giocavo a zorro(pur essendo femminuccia ^_^)con mia nonna,purtroppo scomparsa...ancora grazie..ciao Doris