
La casa era disseminata di posti segreti: cassettiere e bauli, armadi umidi di naftalina e pieni di vestiti Anni '60. Michelino curiosava tra ricordi non suoi, con occhi grandi come panini rotondi. Lettere leggere e posaceneri pesanti gli raccontavano di amanti col cuore frastagliato dall'urgenza. Anche i nonni si erano appartati, a giudicare dalle foto. Anche i genitori si erano sbucciati ginocchia e pensieri, ed era appena qualche anno prima di ieri. Dentro una borsa della Lodigiani Calcio, davano bella mostra di sé i seguenti, improbabili oggetti: una sciarpa di troppi colori, un libro di Don Peppone, una cartolina del lungomare di Pescara, una foto di Charles Aznavour ritagliata male e poi il tesoro più prezioso. Una chiave color d'argento, simile a un pesciolino che fino a un istante prima guizzava in un banco e che poi si era perso su un fondale bianco. Michelino se la rigirava tra le mani, guardava la filettatura e la teneva col rispetto dovuto a un ghiacciolo d'estate. Che cosa apriva, quel passepartout spazio-temporale? Una porta, un portone, una cassa, un ricordo? Il ragazzino decise in un momento che il pesciolino regolava l'accesso tra lui e tutto il resto. Era una chiave filosofale, una bacchetta magica degna di Merlino. Sorrise e la buttò in fondo a un cassetto. Perché è meglio custodire un potere, piuttosto che usarlo in maniera imperfetta. Michelino chiuse gli occhi e fischiettò il successo dell'estate: Love is in the air. Magari fosse vero…