
A te, che sei diverso. Dico a te.
Quindici anni e mezzo di rancore, occhiali Persoll, maglietta degli AC/DC, scarpe dr. Martens.
Al concerto dei Police sei riuscito a non ballare.
Al mare, stai sotto l'ombrellone.
Dico a te. Attento. Lei ti ha guardato.
Lei è serena perché da lontano non si nota lo strabismo di Venere.
Lei ha le maniglie dell'amore, che aggrappartici e morire è questione di una sfumatura, di un colpo di sole che dribbla i Persoll con irridente facilità.
Intanto, risorge Pablito: tre gol al Brasile.
Attento, non guardarla troppo, ti si alza un sopracciglio e viene meno il personaggio.
Si avvicina, lei, con quel costume intero nero che le sta d'incanto.
- Stasera faccio una festa a casa mia. Vuoi venire?
Ha la voce di una dea, quella di Sottiletta, quella di Vanessa Paradis.
- Sì.
- Bene! Alle otto. Porta un paio di birre.
- Sì. Le birre.
- Sai dove abito?
L'Italia gioca il jolly, sulle facce sorridenti di Gennaro Olivieri e Guido Pancaldi: tri, tu, uan!
- No. Ma ti trovo.
Sorride, lei. Si allontana sicura, il culetto duro e zuccheroso come un pandoro di cinque giorni.
Sorridi anche tu, stronzetto.
Come la trovi, eh?
Come?
Pedinamento da stalker, confidenze col bagnino, suppliche a tuo cugino dj. Orgoglio sotto i piedi, vero?
La casa è una villa a tre piani. C'è la piscina, gente in costume, tuffi a bomba. Tu sei serio come una brutta notizia e hai scaldato le Peroni.
Lei ti vede e vorresti sparire.
- Ciao! La Peroni fa schifo!
- C'era solo questa.
- Fa niente. Sono contenta che sei venuto. E che mi hai trovato!
- Sì.
Ti presenta dieci amici ugualmente diversi da te. Dopo venti minuti, vi baciate all'ultimo sangue nella camera del fratello grande. Alzi gli occhi, prendi fiato e lo vedi. Il poster di Angus Young. Sorridi, ti togli i Persoll e sai di essere a casa.