
Hai visto un uomo che moriva per amore.
Ma era aids.
Malattie dimenticate, come ex-fidanzate di tennisti fuori classifica.
Altri bauli vanno riposti in soffitta, con dentro pezzi di vita e foto di nonna che gioca con un cerchio in piazza.
Bollo, assicurazione e catene di macchine che non ci sono più vanno a finire in un posto segreto, nella pancia di un deserto o di un bastimento carico carico di risentimento.
Ricordi quella bicicletta che non ci arrivavi coi piedi. E la tua voce dal registratore, estranea e metafisica come una palude sopravissuta a una bonifica.
Ricordi le radio libere e le scuole occupate, ma dimentichi la lista della spesa e il segno meno davanti a soldi già spesi.
Un pedalò di trent'anni fa è lucido e lucente come il dente di un cattivo di un cartone animato. Dimmi l'ultimo posto dove sei stato in vacanza. Plastica e vongole, in un agosto contromano, pieno di nuvole basse e di carcasse di bagnini.
La polaroid con le foto che ti nascevano in mano e la digitale che se ti sbagli non fa niente. I figli degli altri erano lontani e fastidiosi come tweeter gracchianti. I tuoi sono pezzi di cuore matto, se cadi ti do il resto, lavati le mani e non rispondere a mamma, cosa ti manca per essere contento? Tutto resta uguale, compreso il cambiamento.