giovedì 24 maggio 2007
Piottarelle e code di lucertola
Il giorno in cui Marcello inventò l’amore piovevano gocce grosse come riso Basmati, per di più eque e solidali. Il bar era pieno di promesse alcoliche, di schedine anonime, di tavolini graffiati da cuori fatti in punta di coltello svizzero e – quindi – neutrale.: Anna ama Simone; Luciano sei bono; io ti aspetterò per sempre. Ma io chi? Per sempre, poi, è un sacco di tempo, soprattutto se il barista non cambia il fusto della spina e il peroncino è uno scandalo di birretta.
Arrivarono, nell’ordine, i seguenti personaggi: Marcello, Chiara, Anna (quella che ama Simone?) e Fijodena.
Marcello aveva i capelli con la frangetta leccata da una mucca dotata di salivazione ottima e abbondante, fisico da poeta, animo da cicisbeo, dopobarba al lime. Chiara è sempre stato il suo bersaglio sempiterno: alta, magra, ma dotata di sise. Faccia rivedibile, da cuscino, ma se la guardi bene è anche interessante, soprattutto per via di uno strabismo che Venere c’è andata giù pesante.
Anna si presentava pesante di suo: settantacinque chili distribuiti a caso su un metro e cinquantasei di donnina. Ma è sempre stata sveglia, si sa, si dice, si mormora. Fijodena, salvando la madre, era un bel fijodenamignotta, furbo come un demone e difficilmente esorcizzabile, vista la sua costanza nell’esercizio della professione di delinquente occasionale.
Il dialogo andò così, più o meno:
- Ciao.
- Ciao.
- Ciao
- Ciao.
Perché l’educazione è importante anche al bar.
Il giorno in cui Marcello inventò l’amore cominciò a parlare di tramonti, Messico e nuvole. Chiara annuiva, ma lo faceva male, fuoritempo come un batterista scarso. Intanto, l’occhio in parallasse con l’orbita terrestre guardava il Fijodena.
- Mio fratello c’è stato, in Messico.
Così intervenne Anna, a tempo come Charlie Parker e altrettanto struggente nello sguardo.
Si scoprì, in pochi istanti, che Fijodena era basso di cavallo per via di un’arma occultata nel dietro dei pantaloni. E questa cosa, a Chiara, fece venire l’occhio bovino, che - stranamente - non si affiatava con il capello a leccata di mucca di Marcello. Piuttosto, il romantico cuore da bar sentì una sensazione strana e divenne una lucertola torturata da un preadolescente obeso. Poi il neorivale in amore disse:
- E’ der Catena. Je areggo er pezzo pe’ due piottarelle.
La frase, di per sé poco talentuosa dal punto di vista lessicale, esplose nel cuore di Chiara dando la giusta soddisfazione a Shrapnel, inventore dell’omonimo ordigno. Er Fijodena prese sottobraccio la ragazza baciata da Venere e la condusse per una strada perigliosa, fino a un matrimonio d’amore.
Marcello, invece, sentì una mano grassottella scivolare nella sua e capì che un corpo può essere bello, se rotola per bene sotto lenzuola fresche di Dash. Fu la prima volta, per entrambi. Solo che Marcello inventò l’amore, mentre la ragazza, come ogni ragazza, lo fece e basta.
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15 commenti:
Ecco, sinceramente, trovarmi a leggere delle parole così messe bene insieme, mi spalanca una finestra, diciamo all'altezza dell'ipofisi, e mi fa entrare tanta aria fresca in testa.
Tutta quest'aria, mi fa riflettere moltissimo sul dove, il quando, il perché, ma soprattutto sul come...e per questo ti ringrazio moltissimo!
Ah, continuo a non gradire il fatto di essere il primo a lasciare un commento...ma non è sempre così!
Bello come sempre! La canzone inoltre "si legge bene" con il testo, cosa che succede quasi sempre nei tuoi abbinamenti.
Bellissimo!
S
Grazie al grande Gabbrio, veloce come nessuno. E a quadrilatero, gentile come sempre. Be', per "S" il discorso si fa più complesso. Forse dovrei prima capire chi è...
Grande Lorenzo!
"Marcello inventò l’amore, mentre la ragazza, come ogni ragazza, lo fece e basta"
questa è poesia.. con il tuo talento,riesci a espremire più di quanto si possa dire con delle sole parole..
Perché me l'ero perso?
New entry direttamente al n. 2 nella mia personalissima classifica, cazzo!(Si può dire cazzo su un blog? Vabbé, tanto svevo già detto classifica).
Il dialogo che "andò così più o meno" è roba da alta scuola, e soprattutto è molto vero proprio perché sembra finto.
E qual è il primo, prode Harlock? Così, giusto per vedere se i nostri gusti coincidono.
Grazie, come sempre
n.1: Il cronista.
Per me. E' arrivato lì, dritto.
Ma porto sempre nel mio cuore Er provvisorio.
E fuori classifica una lucina su una lampada a forma di gondola.
Pensa te.
Capito qua per caso e m'incanto.
Leggo un po' di tue cose indietro per vedere se la magia continua
@Skiribilla
Spero che perduri l'incanto.
Per Harlock, ecco i miei preferiti:
1 Una e una notte
2 Quando canta Rabagliati
3 L'amore ai tempi del tifo
4 Il cronista
5 L'importanza di essere Franco
Ma so' tutti piezze e core!
Ehm... è chiuso questo blog?
,-)
Lorenzo, ormai hai dei doveri sociali, morali e umanitari! Dacci oggi la nostra insulina dell'anima!
Domani aggiorno... non perdete la fede!
;-)
Forte, potente, elegante.
Grazie a Skiri per avermi segnalato questo blog.
C.O.
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