lunedì 9 luglio 2007
Mitologia romana
Col pieno di benzina e l’arbre magique nuovo se po’ gira’ tutto er monno. E m’accompagno da me.
Questo pensava Orlando, detto Ulisse per via di un’astuzia presunta e di una leggendaria capacità di non trovare quasi mai la strada di casa. Il doppiamente epico personaggio vagava tra via Prenestina e via Tuscolana, sfruttando il varco dimensionale segreto del Mandrione, zona tanto cara a Pasolini e ad altri intellettuali di sinistra, che però non ci avevano mai abitato. Un’ambientazione da sforneeeescion, con tanti Ninetto Davoli dal sorriso sghembo e pochissimi fornai in bicicletta. Ulisse sorrideva sicuro, le mani alle dieci e dieci sul volante dell’Alfa 33, cane Argo praticamente senza marmitta che obbediva a lui e a lui soltanto. Poi, il dramma. Davanti al baretto di Salvatore, calabrese di origine protetta, c’era appostato Zanna. Impossibile ignorarlo, sconsigliabile passare oltre. Ulisse organizzò il suo sorriso da guardachiccètestavopecchiamàio, parcheggiò l’alfa con colpo di coda da gatto annoiato e scese al volo, simulando spalle grosse e voce da sceriffo di vecchio corso.
- Ciao, Zanna. Come butta?
- Butta che me devi rida’ trecento sacchi.
- Domani pomeriggio va bene?
- Oggi pomeriggio va meglio.
Zanna aveva sorriso solo una volta, al funerale di suo zio Palomba. La chiusura della cassa aveva aperto un asse ereditario interessante per le sue finanze.
- Vabbe’. Oggi pomeriggio ci rivediamo qui, alle sette.
- Sì. E ricordete ‘na cosa, Ulisse.
- Cosa?
- Se non paghi, io non me la prendo co’ te, ma co’ quella biondina che te schiacci da due anni. Chiaro?
- Chiaro. Ma non ti devi preoccupare.
- Io non mi preoccupo mai. Quello è il tuo, di ruolo.
Ulisse annuì e partì alla svelta con il suo cane Argo, lasciando una generosa mancia in pneumatici al buon Salvatore, che si mangiava con gli occhi una pizzetta con l’anduja e una signora di quarant’anni che ne sapeva tante. Femmina piccante, pigliatela per amante.
Ulisse intanto pensava che trecento sacchi si potevano trovare. La biondina che si schiacciava si chiamava Miriam e faceva la logopedista in una clinica privata. Avrebbe protestato un po’, certo, ma poi avrebbe chiesto un anticipo sullo stipendio di ottobre e tutto si sarebbe sistemato. Col cazzo. Miriam l’avrebbe lasciato in tronco e Zanna avrebbe giocato a tris sulla bella schiena di lei.
Via Tuscolana prometteva traffico e sensi vietati, per cui Ulisse impegnò la via Appia con la velocità di Fittipaldi, in uscita dai box dopo un cambio gomme: in palio, il campionato di Formula Uno. Non vide la signora anziana, ma avvertì il distonico urto tra metallo e ossa. Scese a prestare soccorso, simulò un malore, rispose alle domande dei vigili, si assunse la colpa, compilò un Cid (altro personaggio mitologico mica da ridere...) e incidentalmente si mise in tasca la pensione della vecchiaccia: quattrocentottantamila lire.
Perché la vita è ingiusta, ma è piena di grandi opportunità. Trecento sacchi al Zanna e weekend a Ostia, Hotel Girasole, con Federica, che aveva beccato in discoteca un paio di settimane prima.
Stacco. Dalle parti del Lido di Ostia, qualche giorno dopo i fatti.
Federica indicò un posto in mezzo al nulla e disse che lì c’era morto Pasolini.
Ulisse mise su l’espressione di circostanza e disse che la Roma aveva preso Cerezo.
Due marziani, che avevano appena comprato il cornetto del giorno prima, si tenevano per mano.
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23 commenti:
Come sempre immagini e parole meravigliose! E poi, incredibile, stavolta sono il primo a lasciarti un commento. Aspetto il racconto piratesco.
Anzi, ti lancio un'idea: sarebbe bello farne uno un due parti. Prima sul tuo blog e poi sul mio, o viceversa. Che dici? una bella sfida di quelle servono a cincischiare con il cervello...;-)
Aspetto input.
ciao
Caro Matta, grazie per la tua gentile e gradita visita. Per quanto riguarda il racconto sui pirati, io l'ho già scritto e postato, sia qui da me che da Giorgio. Si chiama "il mestiere del capitano" e potete trovarlo nei post di febbraio. Non avendo molto tempo a disposizione, stavolta passo!
Tu hai un Dono, uomo.
P.S. ma allora le minacce funzionano sul serio!
@Harlock
Avevo letto "Tu hai un Duomo"!
Sì, funzionano. Sono un pavido!
Non so perché ma mi rilasso sempre a leggere i tuoi racconti, mi danno una gran calma.
Bellissimo come tutti gli altri...è bello vedere come con poche parole riesci a rendere tanto...(quello che non riesce a me !)
Sapevo che avresti passato la palla, dato che avevi già scritto "il mestiere del capitano", io la mia parte l'ho fatta, se capiti a leggerlo mi dici, ok prof?
A presto!
@lollo: ok, la patatina bollente tocca a me ;-) mi inventerò qualcosa che non sfiguri a paragone con il tuo...
Grande Lollo,
però coma fa la macchina di Ulisse ad avere un' aria vissutissima, visto che la sua produzione coincide con l'anno in cui Cerezo viene alla Roma (1983)?...io lo avrei munito di una bella 112 abarth...
Io quest'anonimo lo conosco...
Ciao, Stefano!
L'ho letto lentamente, gustando e ricordando le varie citazioni, notando al volo un refuso da niente e pensando che forse non ci sarebbe stata una tragedia finale perchè uno così se la cava sempre.
O quasi.
Proprio bello, bravissimo.
E bravo anche il Maestro.
Il Maestro mi ha regalato altre due perle: una per questo post e una per il precedente! Strabuzzate gli occhi, ragazzuoli!
Il professore non si batte...
Non c'è niente da fare...
A domani,
Giulio
Sei un genio.
Continuo a dire che di queste cose dovresti pure fare l'adattamento a fumetti.
Bello Bello bello questo pà!!
Gran figata Lorenzo!
Bello assai!
Denis
p.s. : Ho appena postato sul mio blog un disegnino omaggio a John Doe, se ti capita da un occhiata..
Bello! Appena posso, passo e lascio un commento!
Non abbiamo resistito alla tentazione della mappa, vero?
beh, io ho ceduto a quella della foto, la mia ragazza non la smette più di prendermi in giro!!!
Il tuo giovane Werther!!!
ciao Lorenzo, solo per dirti che abbiamo recensito il tuo blog sul Malatempora Web Mag di questa settimana. Puoi leggere la recensione su http://www.malatempora.com/giornale/mag173_pag3.htm
ciao
Stefano Marsiglia
i casi della vita:
Stefano Marsiglia- un mio compagno delle elementari e delle medie- che lascia un commento sulla recensione del blog di Lorenzo Bartoli- il mio prof di sceneggiatura per fumetto e tanto altro!
Be', grazie mille a Stefano per la bella segnalazione!
Son passati undici giorni dall'ultimo aggiornamento.
LA minaccia incombe.
Ocìo.
Le mie minacce non son più quelle di una volta.
Prendo atto.
Sigh..
Un pezzo è in cottura, come pure lo scrittore che lo sta partorendo. Le minacce funzionano sempre, come vedi!
E vai!
Che la mia autostima stava iniziando a vacillare.
Buona cottura allora (per il pezzo, intendo...)
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