domenica 11 novembre 2007
Paolo il caldo
Paolo si era fidanzato presto. Erano le nove di mattina di nove anni prima. Lei si chiamava Monica e portava i jeans come una seconda pelle, quelli che li togli con la lametta o con contorsioni da Houdini dei giorni nostri.
Dopo sette anni, sei mesi e un giorno, Paolo razionalizza: non ama più quella donna, ex-ragazzina, appesantita e critica sul suo odore intimo. Bisogna lasciarla e impedire che soffra. Monica, dal canto suo, soffre già da due anni di tradimenti in corso, che - come gli omonimi lavori - non finiscono quando preventivato. Ha conosciuto uomini in senso biblico, rimorchiati in parrocchia e al mercato.
Lei lo guarda, quel fidanzato stanco. Non è più come prima, frizzante e spensierato. Non la stringe fino a soffocarla, non le fa più sorprese, non le lascia biglietti sotto al cuscino, non le telefona solo per dirle niente.
Lui si sveglia con un topolino nel cuore, onesto roditore che fa solo il suo lavoro: trasformare in dolore ogni parvenza d'oro. Si trascina in bagno, organizza un bidet e un gioco di specchi per sembrare meno calvo e più com'era prima, quando sorrideva alle ragazze e alle signore sole sognando un sistema per farle sdilinquire.
Monica si veste con cura, cambia idea e colore una decina di volte. Lungo, corto, bianco, marrone, jeans. Jeans. Gli stessi di nove anni addietro. Sorrisi di circostanza, perché c'entra dentro ancora. Paura di quello che rappresentano quelle chiappe sode: l'esca per qualcuno o la paura che nessuno sia meglio di Paolo. Prendono insieme l'ascensore e lui la guarda come per dire: stai alla grande, amore mio. E invece dice: vado a giocare a calcetto. L'aspettativa è delusa, il passaggio a livello sollevato. Monica esce incontro al mondo come una lingua incontro al gelato.
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8 commenti:
Letto prima d'andare a ninna!!
"Monica esce incontro al mondo come una lingua incontro al gelato."
Questa Monica è tutto un programma!!
Una bella lezione la domenica sera; io mi iscrivo al corso anche quest'anno!!
C'è qualcosa nella tua maniera di scrivere che ti invidio e ti invidierò sempre.
E'qualcosa che non si può descrivere e non si può apprendere (purtroppo o per fortuna). O ce l'hai o non ce l'hai.
Tu ce l'hai, e tanto (così).
Io non commento sempre ma in compenso sempre leggo, con attenzione.
Solo che ogni volta il tentativo di capire come fai si perde nel puro piacere della lettura.
E non mi lamento di certo.
bella per monica!:)
G.
Devo dire che il buon Harlock ha espresso benissimo quello che penso...quel "qualcosa" tu ce l'hai e tanto!!!
Beh, la differenza con harlock (oltre al fatto che scrive delle storie bellissime e discegna benissimo) è che io commento sempre, anzi, a volte lascio più commenti per post!!! : )
Buona settimana prof!!!
Per Harlock: non sai quanto piacere mi fa leggere i tuoi interventi, e non perché siano pieni zeppi di complimenti. Sai bene che il mio blog (per definizione) è una panchina nel parco. E questa panchina aspetta con gioia l'arrivo dei vecchi amici.
Per Gabbrio: spero che la tua "nuova vita" stia procedendo bene. Quando sai di capitare a Roma, non provare a non farti sentire!
Ciao Profe!
Un racconto malinconico ed intenso. Mi è piaciuto molto!
Vedo solo ora che uscirà il libro con i tuoi racconti del blog! *_* Wow! Splendido! In bocca al lupo ^__-
Gli ultimi due racconti sono uno meglio dell'altro...
Mi sa che a breve di tocca fare Cuori da Bar 2, il ritorno...
Il blog più bello della rete. L'ho scoperto oggi e letto tutto d'un fiato. Ci sono anch'io d'ora in poi,per quello che vale!
silvia
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