sabato 25 dicembre 2010

Il grande amore di Carlito Brigante



Verranno tempi duri.
Tempi da coperta di lana, che sotto ti lasci il pigiama anche quando ti vesti per uscire. Verranno inverni da era glaciale, con Sid che è un gran personaggio, ma, se sei un bradipo, hai davvero poche possibilità di portare a casa a pellaccia, sia che ti doppi Claudio Bisio o quella lenza di John Leguizamo.
Con la voce di Leguizamo, forse, il bradipo Sid ha più possibilità, perché mi viene in mente la scena in cui Benny Bianco uccide Carlito Brigante. E Carlito Brigante, lui sì, era una pellaccia.
Dicevamo dei tempi duri.
Tempi senza di lei.
La perdo e la ritrovo ogni momento, le dimostro amore e mi allontano, le offro il mondo e poi solo una mano da stringere di notte. Cerca qualcuno che non sono io. Lo troverà. Perché lo merita, perché è una delizia da pasticceria artigianale.
E io sono un goloso non autorizzato all’acquolina in bocca. Lo troverà.
E io sto preparando il cuore alla botta secca, al rumore di un cristallo che cade sul pavimento, alla gelosia, allo stordimento.
Sono ingombrante come un pacco incartato male, difficile da portare, anche se dentro – e lei lo sa bene – custodisco chincaglierie interessanti e autentiche gemme preziose, diamanti grezzi e pezzi di vetro per incantare donne indigene, specchietti e lucine, collane di denti di squalo e un biglietto per il cinema d’essai, che fanno quel film con quell’attore.
L’inverno arriva quando indossi ancora la maglietta a mezze maniche e i pantaloni leggeri. Ti avvisa, ma tu non vuoi vedere i segni. Fa buio presto, piove forte, comincia il campionato, le sale da the sono piene di coppiette, respiri ed esce un fiato denso e visibile come nebbia in val padana.
Le scrivo lettere d’amore, per fermare l’amore.
Le dedico qualunque istante, per creare nuovi istanti da dedicarle.
Sono Penelope, perché la mia attesa non è senza speranza e faccio e disfo senza averne mai abbastanza. Ma lei tenderà il suo arco per altri uomini e farà centro nei loro cuori inermi senza fatica alcuna. Ed è giusto così.
Non ho paura, mi ripeto. Sono Carlito Brigante, il mondo è mio. La pallottola vagante l’ho messa in conto, il cedimento del cuore fa parte del gioco. I punti fermi del mio mondo sono collegati all’ogiva del suo sorriso e le sue parole sono la spoletta per innescare l’esplosione finale.
Ti amo, mi dice.
Me lo godo a metà. Una metà devastante, che non conosce eguali e che è molto più di qualunque intero. Ma col resto dell’amore, con la parte consapevole della precarietà, tesso una tela leggera e una coperta pesante. Poi accarezzo il cane Argo, soffio nel corno dell’Orlando Furioso, alzo la lancia di don Chisciotte e bevo il vino degli dei. Ti amo finché ci sono. Ti amo anche quando non ci sei.

8 commenti:

Anonimo ha detto...

io l'inverno lo becco in mutande e mi piglio sempre una polmonite che quasi m'ammazza

Raffaele

Mari_fashion designer ha detto...

Struggente :)

Anonimo ha detto...

grazie, ragazzi
Lorenzo

Anonimo ha detto...

A un livello semper altisimo...

Stefano

Anonimo ha detto...

grazie, ste'!
lollo

Anonimo ha detto...

io credo di potermi totalmente innamorare di te proprio seriamente. se scrivi così queste cose chissà che esperienza viverti insieme eni giorni normali.
scherzo he!
fede :)

Anonimo ha detto...

per fede: mi spiace, sono impegnato. impegnatissimo, direi! ma tranquilla: dal vivo, nel quotidiano, non sono un granché! buona vita
lorenzo

Anonimo ha detto...

posso restare lo stesso vero? scherzo. mi fa piacee della tua risposta perchè spesso non tutti mi danno retta. eheheh
bacio
fede