sabato 17 marzo 2007
L'amore ai tempi del tifo
Lui è un ultrà, addetto alla manutenzione del tifoso ospite. Venticinque anni di trasferte e tatuaggi, cori pesanti e pisciate all’autogrill. Una lama in tasca, perché tutti quanti dobbiamo morire, ma almeno mi porto qualcuno all’inferno con me. Ellazziommerda, se giocamo er derby pure sottotera.
Lei è una signora sui 40 andanti, forse andati. Aveva visto tempi migliori, ma non li aveva capiti. Un marito con la panza, ma senza sorriso, un amante frettoloso, ma antipatico, sigarette More e alito da caramelle all’anice. Lui la vede salire sulla Metro, fermata Barberini, bella da rimetterci l’orologio, perché il tempo perde il tempo, davanti a una roba così. Forse era solo una questione di luce: una donna diventa una dea, se nel suo incedere è accompagnata dalla giusta quantità di pulviscolo atmosferico. È vestita di nero, neri gli occhi, finti-neri i capelli. Lui chiede:
- Vedova?
Lei risponde:
- Sì.
Scendono a Furio Camillo, dittatore romano e censore dei costumi, uno che scelse di andare in esilio volontario ad Ardea. Se avete visto Ardea almeno una volta, potete apprezzare lo spessore dell’uomo e il coraggio del gesto.
La vedova nera sculetta sui tacchi, mentre lui la segue e prova a spogliarla con gli occhi. Ecco che parte il film della mente, con le calze a rete che contengono a stento cosce da Sebino Nela.
Lei è arrivata davanti a un portone verde speranza. Tira fuori le chiavi, traccheggia e poi guarda il curvarolo. Lui è sul dischetto del rigore, finale di Cempionslig, ultimo minuto, pronto a prendersi le sue responsabilità da capitano. Un signore distinto, con la pipa e un loden verde, sopraggiunge e citofona allo stesso portone.
- Chi è?
- Io.
Il ragazzo prende una rincorsa breve, guarda il palo opposto e tira.
- Apro.
Fuori.
La signora reinfodera il sorriso ed entra nel palazzo, con uno sbattere di tacchi da gerarca in carriera.
Il ragazzo si allontana, con in testa la voce di Fabio Caressa che parla di un momento difficile per le squadre italiane.
L’uomo col loden e la pipa non entra. Lui è soltanto uno che si diverte a citofonare agli estranei. Qualcuno lo chiama Destino, ma il suo nome completo è Furio Camillo. Se passate ad Ardea, andatelo a trovare...
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
10 commenti:
e qui ci vuole una ola!
eh...gli scherzi del destino mi mandano l'umore in fuorigioco.
smontiamo tutti un seggiolino in segno di stima per il prof!!!
Effettivamente, essendo stato più volte ad Ardea, stimo ma non capisco il gesto del buon Furio Camillo!!!
A lunedì, e se va bene a me, buona domenica a tutti!!!!!
a lollo sei proprio un grande!!!!!
sarebbe bello fare un pò di liberi co ste storie.ah!dimenticavo,io c'avevo la donna ad ardea.e non c'era un giorno quando andavo da lei che non mi chiedessi,ma come cazzo fà ad abità in stò cesso de posto?.certo che furio camillo magari se ne poteva anna ar circeo in esilio,trovava il mare pulito invece che i depuratori.....
cristiano
Bellismo racconto, Lorè.
Questo scorcio di vita mi piace molto.
Come gli altri del resto...
Sei un grande, Lorenzo. :)
Anche se pure io penso che sarebbe bello ricavarci alcune storielle disegnate.
Il titolo? "Scorci di vita" è libero da copyright. :lol:
Mi permetto di parlare di una cosa che non c' entra niente.
Lollo ha di recente commentato un iniziativa partita da me con un racconto inedito a tema piratesco, vorrei ringraziarti pubblicamente qui in casa tua dal momento che ho trovato la cosa davvero molto bella.
Per leggere il racconto basta andare sul blog di Giorgio Pontrelli.
Grazie ancora.
Grazie a tutti...
Per Niccolò: il racconto, in realtà, l'avevo già postato sul mio blog, ma non ho resistito alla tentazione di partecipare all'amichevole "gara" da te proposta! E' un doppione, quindi... ma molti non l'avevano letto.
I crocevia del destino, si sa, non li trovi sul TomTom.
A me è capitato di bazzicare per un po' un tipo che stava dalle parti della fermata Furio Camillo. Poi ci siamo persi di vista, io da una parte, la mia - lui dall'altra, la sua.
Ad un certo punto io sono finito a vivere dalle parti della fermata Ponte Lungo, e mi sono ricordato di quando io bazzicavo quel tipo e insieme bazzicavamo cose strane: la storia sfigata di Tiramolla, la tv privata in cui volevamo fare una trasmissione come maghi, quelli che vendevano corsi di lingue porta-a-porta, i video-sauri con Mastantuono...
per un po' ho cercato il crocevia giusto col TomTom ma non c'è stato verso... Finchè, un po' Google, un po' il suo blog e il tipo l'ho ritrovato...
Ciao, Lorenzo!
Ma guarda un po' chi si risente! Ciao, Raffaele!
Posta un commento